Millet, Jean-François
Millet, Jean-François
Jean-François Millet (Gréville-Hague, 9 ottobre 1814 – Barbizon, 20 gennaio 1875)
All'inizio della carriera, Millet si dedicò ai ritratti, un genere sempre richiesto che gli permetteva di guadagnare il minimo per vivere. Adeguandosi alle mode, sperimentò anche un genere che richiamava il rococò del XVIII secolo: rappresentò quadri mitologici e allegorici, con scene campestri spensierate.
Dal 1850 si cimentò con le incisioni: dopo i primi esperimenti necessari a prendere padronanza con la tecnica, eseguì stampe tratte da suoi dipinti, ma riprese pure, nei quadri, soggetti già incisi.
Nel periodo di Barbizon, si dedicò a rappresentazioni di scene agresti a metà strada tra il naturalismo e il realismo: i protagonisti dei suoi dipinti, contadini o persone delle classi più umili, sono ritratti con una grande dignità e forza d'animo. Sono queste le opere che vennero più volte richiamate da artisti come Vincent Van Gogh e Salvador Dalí.
All'inizio della carriera, Millet si dedicò ai ritratti, un genere sempre richiesto che gli permetteva di guadagnare il minimo per vivere. Adeguandosi alle mode, sperimentò anche un genere che richiamava il rococò del XVIII secolo: rappresentò quadri mitologici e allegorici, con scene campestri spensierate.
Dal 1850 si cimentò con le incisioni: dopo i primi esperimenti necessari a prendere padronanza con la tecnica, eseguì stampe tratte da suoi dipinti, ma riprese pure, nei quadri, soggetti già incisi.
Nel periodo di Barbizon, si dedicò a rappresentazioni di scene agresti a metà strada tra il naturalismo e il realismo: i protagonisti dei suoi dipinti, contadini o persone delle classi più umili, sono ritratti con una grande dignità e forza d'animo. Sono queste le opere che vennero più volte richiamate da artisti come Vincent Van Gogh e Salvador Dalí.